Quando acquistiamo degli strumenti finanziari come azioni, cfd, derivati su valute o ETF possiamo chiedere al nostro broker o alla nostra banca di avvisarci quando il prezzo sale o scende troppo. Qualora la tua banca non ti fornisca tali strumenti puoi utilizzare uno dei tanti tool online che ti permette di creare una watchlist e impostare degli avvisi di prezzo.
Inoltre possiamo in molti casi chiedere direttamente di eseguire una vendita, un acquisto o la chiusura di una posizione aperta a un certo livello di prezzo.

 

Cosa sono gli Stop Loss (SL) e i Take Profit (TP) e come usarli?

Stop loss  e take profit in diverse condizioni di mercato e meccanismo di trailing stop loss

Gli ordini di “take-profit” e “stop-loss” sono due strumenti chiave utilizzati dai trader per gestire il rischio. Entrambi offrono vantaggi significativi, sebbene ci siano alcuni svantaggi da considerare.

Un ordine di “take-profit” è un tipo di ordine in cui si imposta un prezzo esatto al quale il broker chiuderà automaticamente la posizione in profitto. Il tuo broker o banca utilizzerà quindi questo prezzo per chiudere la tua posizione aperta con profitto. Se l’ordine non raggiunge il prezzo limite, l’ordine di uscire dal mercato non viene eseguito.

Un ordine di “stop-loss” è un ordine utilizzato dai trader per limitare la perdita su una posizione esistente. È uno strumento chiave utilizzato per gestire il rischio su una negoziazione.

Per posizione s’intende l’acquisto di un asset (posizione lunga) o la vendita allo scoperto dello stesso (posizione corta).

Un ordine stop-loss è un tipo di ordine utilizzato dai trader per limitare le loro perdite o bloccare un profitto su una posizione esistente. I trader possono controllare la loro esposizione al rischio piazzando un ordine stop-loss.

Sono diversi da quelli appena menzionati gli ordini stop-limit, che sono ordini per iniziare a comprare o vendere a un prezzo specifico una volta che il prezzo del titolo raggiunge un certo prezzo limite.

Gli ordini stop-limit potrebbero non essere eseguiti, mentre un ordine stop-loss e take profit sarà sempre eseguito (supponendo che ci siano acquirenti e venditori per il titolo) quando il prezzo raggiunge il livello prefissato. Se infatti il prezzo raggiunge il limite che attiva l’ordine di acquisto o vendita a un nuovo prezzo e questo nuovo prezzo non viene raggiunto, l’ordine stop-limit non verrà eseguito.

Ci sono molti vantaggi nell’utilizzare stop loss e take profit nelle proprie strategie di trading, in particolare in combinazione tra loro. Il vantaggio chiave è che questi ordini insieme limitano il rischio totale quando si effettua una negoziazione. Tuttavia, come tutte le strategie di trading, ci sono alcuni inconvenienti.

Trailing stop loss

In ultimo sono da guardare i trailing stop-loss. A differenza di uno stop-loss tradizionale, che rimane a un prezzo fisso, un trailing stop-loss si muove con il mercato.

Quando il prezzo di un titolo aumenta, il trailing stop-loss sale di pari passo, ma se il prezzo del titolo scende, il trailing stop-loss rimane fermo. Questo permette ai trader di mantenere i profitti senza dover monitorare costantemente il mercato.

Ad esempio, supponiamo che tu acquisti un ETF a 100€ e imposti un trailing stop-loss del 10%. Se il tuo ETF sale a 150€, il tuo trailing stop-loss si sposta a 135€ (10% sotto 150€).
Se il tuo investimento scende a 130€, il tuo trailing stop-loss rimane a 135€ e la posizione viene chiusa. In questo modo, hai protetto il tuo profitto senza dover aggiustare manualmente lo stop-loss.

Tuttavia il trailing stop-loss non è privo di svantaggi. Può portare a vendite premature in caso di volatilità del mercato e non garantisce un prezzo di vendita specifico. Nonostante ciò, rimane uno strumento prezioso.

Punti d’attenzione

Tutti i broker specificano che in alcune situazioni, non rare, che non permettono di chiudere l’operazione a un prezzo preciso e prefissato l’operazione viene chiusa al primo prezzo possibile successivo. Questo può essere migliorativo o peggiorativo per il singolo investitore e il vero svantaggio è che non è controllabile ex ante, che è proprio il motivo per cui esistono stop loss e take profit. Non esiste quindi la certezza di chiudere le operazioni esattamente al livello di prezzo scelto per lo stop loss o take profit.

Sebbene la maggior parte degli investitori associ un ordine stop-loss con una posizione lunga, e cioè una posizione dove si guadagna quando il prezzo dell’asset aumenta, può anche essere posto a protezione di una posizione corta. In tal caso, la posizione viene chiusa attraverso “chiusura” contratto nel caso dei CFD o un acquisto compensativo della vendita allo scoperto precedente se il titolo viene scambiato al di sopra un prezzo specifico.

Come già accennato sopra, gli ordini di stop loss e take profit possono sembrare molto facili da imparare, ma non lo sono.

Sappi che non importa quanto tu sia sicuro, una posizione redditizia può andare male in pochi secondi e una piccola perdita può trasformarsi in una voragine in un batter d’occhio. Ricorda, la collocazione dello Stop Loss e del Take Profit dovrebbe essere scelta analizzando il mercato e non dalle tue regole.

Come posizionare gli stop loss, le metodologie più in voga

Ci sono molte teorie su come posizionare gli  posizione dello stop-loss. I trader tecnici sono sempre alla ricerca di modi per fare market timing, e diversi ordini di stop o limiti hanno usi diversi a seconda del tipo di market timing tentate. Alcune teorie utilizzano posizionamenti universali come trailing stop loss del 6% su tutti i titoli, e alcune teorie utilizzano posizionamenti specifici per titoli o modelli, tra cui stop percentuali sull’Average True Range.

C’è anche il metodo di supporto che prevede stop rigidi a un prezzo fisso. Questo metodo potrebbe essere un po’ più difficile da praticare. Dovrai capire il livello di supporto più recente e affidabile del titolo. Non appena l’hai capito, puoi posizionare il tuo ordine di stop-loss appena sotto quel livello.
L’analisi tecnica tradizionale sconsiglia di utilizzare cifre tonde quando si posizionano ordini del genere per l’alta instabilità attesa intorno a quei punti.

In ultimo è da menzionare il metodo della media mobile. Utilizzando questo modo, gli stop-loss sono posti appena sotto al prezzo della media mobile a lungo termine o a ridosso delle bande di bollinger individuate.

Stop loss e Finanza tradizionale

Sebbene le regole di stop-loss siano ampiamente utilizzate, la letteratura scientifica corrispondente è piuttosto limitata perché gran parte della letteratura sugli investimenti, sia nel mondo accademico che nell’industria, si è concentrata sulla costruzione di portafogli statici ben diversificati utilizzando fondi indicizzati a basso costo piuttosto che sul trading o sul ribilanciamento frequente.

Tuttavia, questo approccio passivo agli investimenti è spesso contraddetto dal comportamento umano, soprattutto durante i periodi di turbolenza del mercato. Questi bias comportamentali a volte portano gli investitori fuori strada, inducendoli a spostare i pesi del portafoglio in risposta a oscillazioni significative degli indici di mercato, spesso “vendendo al minimo” e “acquistando al massimo”. D’altra parte, alcuni dei professionisti degli investimenti più esperti utilizzano abitualmente regole sistematiche per uscire e rientrare nelle loro strategie d’investimento.

La letteratura accademica in relazione a queste prassi di mercato è sostanzialmente recente e i modelli teorici tradizionali non ammettono una validità per delle operazioni di questo tipo. Semplificando al massimo la teoria classica sostiene che un mercato perfetto non è prevedibile, perché:
– il futuro non è noto a nessuno, se non per le aspettative che abbiamo a riguardo che sono pubbliche
– gli scemi non esistono, dunque non è possibile che un asset valga x e venga venduto a x meno un euro

Come effetto di queste ipotesi di base si ottiene che il mercato non è prevedibile e che vaga su e giù senza una direzione precisa anche se con una media di lungo periodo positiva.
In quest’ottica impostare un take profit o uno stop loss sarebbe controproducente e comporterebbe delle perdite che avremmo potuto evitare.

I due economisti Kathryn M. Kaminski e Andrew W. Lo Questa hanno mostrato matematicamente che secondo l’ipotesi classica secondo cui non è possibile prevedere il futuro andamento dei mercati (ipotesi del Random Walk), semplici regole di stop-loss riducono sempre il rendimento atteso di una strategia d’investimento e sono quindi deleterie da applicare.

Stop loss e nuova finanza: fanno guadagnare di più e rischiare di meno

Fortunatamente la finanza accademica si è evoluta molto da quel momento e sono stati sviluppati nuovi modelli, anche comportamentali, che descrivono meglio la complessità che si può vedere nella realtà.

Esistono delle evidenze empiriche che strategie basate sull’utilizzo di stop loss e take profit abbiano dei benefici. In primis il beneficio da analizzare è la capacità di farci guadagnare di più rischiando di meno.

Prendendo ancora in esame lo studio di Kaminski e Lo Questa “When Do Stop-Loss Rules Stop Losses?” si può affermare che in presenza di momentum le regole di stop-loss possono aggiungere valore.

Cioè applicare lo stop loss funziona bene in presenza di un mercato in cui i titoli che hanno registrato una buona performance rispetto ai loro pari tenderanno a continuare a sovraperformare ancora per un po’, mentre quelli che hanno registrato una performance relativamente bassa tenderanno a continuare a sottoperformare. Un mercato dove i buoni vanno sempre meglio e i cattivi sempre peggio è un mercato con momentum.

Una semplice strategia di stop-loss nelle azioni statunitensi, che hanno momentum, prevede di rimanere investiti finche’ non scattano gli stop-loss e di mettere i soldi sui i titoli di stato statunitensi a lungo termine quando si esce dalle azioni fino a quando le azioni non risalgono di un X %.

Una strategia del genere è studiato che può far guadagnare di più, rispetto al cassettista o all’investitore di lungo periodo, anche se i risultati sono molto variabili in base ai valori che scegliamo di stop-loss, valori di rientro etc.

I risultati della loro analisi statistica sono molto interessanti e sotto sono mostrati esemplificativamente da i due grafici sottostanti.
A sinistra viene mostrato che con una soglia d’uscita del 4% avere uno stop loss ha fatto guadagnare dal 5% al 15% in più rispetto a una semplice strategia buy and hold. Nel riquadro di destra invece si mostra che anche la volatilità e le oscillazioni medie del patrimonio vengono ridotte applicando queste semplici regole di uscita dal mercato.

esempio di overperformance strategie basate su stop loss tratto da When Do Stop-Loss Rules Stop Losses?

Figura 1: Metriche delle prestazioni di stop-loss ∆ e po per la semplice politica di stop-loss oltre le soglie di arresto γ  = 4-14% con δ  = 0%, J = 3 mesi (°), 6 mesi (+), 12 mesi (¦) e 18 mesi (<)

La soglia di stop-loss e la dimensione della finestra di rendimento cumulativo suggeriscono che esiste una relazione fondamentale, teorica o comportamentale, tra la durata delle perdite e la loro entità.

Non si può dire l’ultima sul meccanismo per il quale funzionano queste semplici regole di stop loss e in particolare non si sa se quando scattano gli stop-loss in realtà il mercato ci comunica che è un buon momento per comprare obbligazioni oppure se gli stop loss ci aiutano a evitare le perdite più grosse. Probabilmente il meccanismo funziona per entrambi i motivi.

Quindi dovremmo sempre mettere degli stop loss?

Osler nel suo articolo accademico “stop-loss orders and price cascades in currency markets” ci fornisce prove di alcune controindicazioni a questa prassi. In particolare ha fornito la prova che gli ordini di stop-loss (nei mercati valutari di sicuro) contribuiscono a movimenti di prezzo molto rapidi e auto-rinforzanti indicate con il nome “cascate di prezzo” addirittura sul mercato dei cambi, visto che questo è già noto nel mercato delle azioni.

La risposta agli ordini stop-loss è maggiore della risposta agli ordini take-profit, che generano dei trade a feedback negativo ed è quindi improbabile che contribuiscano alle cascate dei prezzi. Infatti quando si applica un take profit si vende un asset che sta salendo; ma quando si applica uno stop loss si vende un asset che stava già scendendo peggiorando la sua situazione e questo è un feedback positivo, cioè rinforzano un andamento avviato.

Non c’è consenso scientifico sul fatto che i tassi di cambio rispondano anche a “flussi di ordini non informativi”, cioè flussi di ordini che non contengono notizie sulle determinanti fondamentali dei tassi di cambio. Però esistono diverse evidenze scientifiche che sostengono questa idea sia per i tassi di cambio che per le azioni. In primo luogo quando la liquidità del mercato è bassa.

La ricerca citata indica che gli ordini stop-loss propagano le tendenze e talvolta vengono attivati a ondate, contribuendo alle cascate dei prezzi.

In buona sostanza come spesso accade in finanza, quando tutti usano un nuovo strumento che sappiamo essere utile (lo stop loss), questo smette di essere utile fregando tutti quanti all’improvviso; perché si creano delle cascate di prezzo, insensate, che magari rientrano anche in breve tempo e che per giunta impediscono ai broker di chiudere le posizioni a prezzi convenienti per gli investitori. Per ironia della sorte gli stop loss non funzionano neanche più e ci si ritrova con una perdita più alta del preventivato e ad aver venduto un asset che dopo pochissimo tempo ritorna al suo valore.

Alcuni esempi di cascate di prezzo riportati sono:

il 7 ottobre 1998, giorno in cui il tasso di cambio dollaro-yen è sceso dell’11%
il 7 marzo 2002, giorno in cui il tasso è sceso di oltre il 3%
Movimenti superiori al 3% per il cambio dollaro-yen secondo i modelli statistici tradizionali dovrebbero verificarsi soltanto una volta ogni 100 anni, ma dal 1990 si sono verificati quasi una volta ogni anno e mezzo.

Ma non abbiamo capito quindi, è utile o inutile mettere gli stop loss?

Gli stop loss possono essere efficaci e non efficaci e come tutto ciò che esiste in finanza bisogna applicarli con consapevolezza che è l’unica strada per renderli veramente utili.
La domanda da porsi quando si decide di usare gli stop loss è “perché voglio usarli?”.

L’effetto di disposizione è una distorsione del pensiero umano per cui gli investitori detengono azioni in perdita più a lungo di azioni in guadagno. Questa distorsione è associata a una performance d’investimento più bassa. Razionalmente non dovrebbe essere così e bisognerebbe dare lo stesso peso a decisioni corrette e decisioni sbagliate.

Gli stop-loss utilizzati come parte delle decisioni di investimento sono uno strumento efficace per vaccinare contro l’effetto di disposizione. Il modo per ridurre l’effetto di disposizione è attraverso l’uso di stop-loss, poiché gli stop-loss possono automatizzare una strategia di uscita, riducendo la dipendenza dal controllo degli impulsi di un investitore.

La ricerca ha dimostrato che l’effetto di disposizione è manifestato dagli investitori in molti modi in diversi paesi come gli Stati Uniti (Odean, 1998), la Cina (Feng e Seasholes, 2005), Israele (Shapira e Venezia, 2001), Francia (Boolell-Gunesh et al., 2009), Portogallo (Leal et al., 2010) e Finlandia (Seru et al., 2010) e UK.

E se voglio utilizzarli per guadagnare i megamiliardi?

Nel corso degli anni sono state proposte e analizzate molte strategie per le funzionalità di Take Profit e Stop Loss. Dimitrios Th Vezeris, Themistoklis Kyrgos e Christos Schinas hanno esaminiamo varie strategie aggiunte a un semplice sistema di trading automatizzato MACD e utilizzate su asset selezionati dalle categorie Forex, Metalli, Energia e Criptovalute.

Le strategie Take Profit basate su segnali di take profit più veloci sul MACD non sono migliori di una semplice strategia MACD e tra le diverse strategie di Stop Loss basate sull’ATR. Poiché l’indicatore MACD è utilizzato in modo abbastanza diffuso da molti trader, forse aggiungere altra carne a cuocere con gli stop loss per cercare di ottimizzare e ri-ottimizzare qualcosa che già funziona non è la cosa migliore.

Pertanto il consiglio è restare semplice, se il punto è voler seguire un trend e evitare di restare incastrato in un trend negativo perché ti conosci e non sai vendere quando è il momento di farlo usa pure gli stop loss.

Se invece vuoi usare gli stop-loss perché dai tuoi calcoli esce fuori che hanno una funzione ottimizzante del x% e poi in combinazione con l’oscillatore di analisi tecnica e in combinazione con l’analisi fondamentale e quella macro pensi di poter prevedere il futuro, il consiglio è lascia perdere.

Conclusione

In conclusione, la letteratura accademica e le pratiche di mercato ci mostrano che non esiste una soluzione unica per tutti quando si tratta di investimenti. Mentre la teoria classica sostiene che i mercati sono imprevedibili, le evidenze empiriche suggeriscono che l’uso di stop loss e take profit può portare a benefici tangibili, specialmente in presenza di momentum.

Tuttavia l’uso diffuso di questi strumenti può portare a “cascate di prezzo”, movimenti di prezzo rapidi e auto-rinforzanti che possono causare perdite maggiori del previsto.

Questo ci ricorda l’importanza di una gestione prudente del rischio e di una continua ricerca e sperimentazione nel campo degli investimenti. Ricordiamo sempre che ogni decisione di investimento dovrebbe essere basata su un’analisi accurata e personalizzata.